Suggestioni

San Paolo VI, l’amico degli artisti e il senso profondo dell’arte

È il 7 maggio del 1964, un giovedì. All’interno della Cappella Sistina papa Montini invita i partecipanti a lasciare che

“il grande respiro delle emozioni, dei ricordi, dell’esultazione, – che un tempio come questo può provocare nell’anima – invada liberamente i vostri spiriti.”

È l’inizio del celebre discorso agli artisti, quel giorno ospiti alla presenza del Papa.

Il futuro San Paolo VI riconosce nell’artista la capacità di realizzare quell’operazione:  “che travasa il mondo invisibile in formule accessibili, intelligibili. È il vostro mestiere, la vostra missione; e la vostra arte è proprio quella di carpire dal cielo dello spirito i suoi tesori e rivestirli di parola, di colori, di forme, di accessibilità.”

Tutte le arti e tutti gli artisti compresi, nessuno escluso. E l’anno dopo lancerà loro un messaggio importantissimo:

Il mondo nel quale viviamo ha bisogno di bellezza per non sprofondare nella disperazione. La bellezza, come la verità, è ciò che infonde gioia al cuore degli uomini, è quel frutto prezioso che resiste al logorio del tempo, che unisce le generazioni e le fa comunicare nell’ammirazione. E questo grazie alle vostre mani.”

E se agli artisti è lasciato il compito di “rendere accessibile e comprensibile il mondo dello spirito“, a noi il compito di non accontentarci e di attingere a piene mani a quell’arte e quella bellezza in  grado di infondere gioia al cuore degli uomini.

Perché se non tutti siamo in grado di tradurre l’invisibile, tutti noi siamo possiamo anche attraverso l’arte comprenderlo meglio.

 

Note a margine: a Brescia possiamo leggere l’arte nei luoghi in cui San Paolo VI è nato e cresciuto come nella Basilica e nel Santuario di Santa Maria delle Grazie. A Concesio, invece, vicino alla sua casa natale si può ammirare la ricca Collezione Paolo VI – arte contemporanea che ospita settemila opere di artisti fra i quali Matisse, Chagall, Fontana, Morandi e moltissimi altri ancora.

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