La prima campanella è appena suonata e il mio pensiero va ad un verbo:
insegnare: verbo transitivo, dal latino: imprimere segni (nella mente), da signum = segno, col prefisso in
pertanto coloro che imprimono segni (nella mente) sono gli insegnanti. Che professione incredibile, che sfide, che responsabilità, che cosa difficile, ma poi che soddisfazioni.
Imprimere segni: fare in modo che grazie alle parole, spiegando, qualcuno acquisti conoscenza, capacità, esperienza. Ricordo i miei giorni di studentessa sui banchi di scuola.
C’erano volte durante le quali il traguardo per acquisire quelle conoscenze, capacità ed esperienza sembrava lontanissimo:
primo anno di superiori, lezione di fisica (non educazione), capitolo I: i punti di riferimento. Prima interrogazione: 4.
Alcuni mesi dopo il prof. di matematica e scienze ci accompagna in gita in Toscana. Siamo sul treno e senza saperlo, chiacchierando d’altro, ad un certo punto spiega come a seconda di quale sia il mio punto di riferimento la percezione delle cose può cambiare: io sono fermo sul treno, ma se mi considero come parte del treno, viaggiandoci sopra, a tutti gli effetti mi sto muovendo. Dov’era Prof. quando ho preso 4?
Illuminazione. Imprimere segni.
Note a margine: ecco perché oggi mi piace lavorare con i ragazzi e con le scuole, per provare, con rispetto, se non ad imprimere un segno almeno a lasciare una traccia.
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