E’ il 16 novembre 1945, le macerie del secondo conflitto mondiale quasi fumano ancora e a Londra nasce l’UNESCO:
“poichè le guerre nascono nella mente di uomini e donne, è nella mente di uomini e donne che devono essere costruite le difese della pace.”*
Poi gli anni passano e nel 1972, verrà redatta la convenzione riguardante la protezione sul piano mondiale del patrimonio culturale e naturale, dalla quale prenderà vita la lista del Partimonio Mondiale dell’UNESCO.
La città di Brescia entrerà ufficialmente all’interno della lista il 25 giugno 2011, parte del sito seriale I Longobardi in Italia. I luoghi del potere (568-774 d.C.).
Ma cosa significa essere nella lista?
I criteri di selezione sono 10 e non coincidono con la semplicistica concezione di bello, unico e prezioso.
Chiarificatore è il caso per cui il primo sito italiano ad essere inserito: arte rupestre in Val Camonica (1979), ha trovato il suo posto nella lista un anno prima del Cenacolo vinciano di Milano.
Una lettura attenta dei criteri ci racconta del perchè la testimonianza del sito bresciano sia davvero importante soprattutto in questo periodo storico.
Una visita guidata che racconta una grande verità
I Longobardi, popolazione migrante per circa cinque secoli dalla Scandinavia all’Italia, giungono nel nostro paese in un momento difficile: l’impero romano d’Occidente era sgretolato e le invasioni barbariche avevano portato distruzione,
la loro innovazione è nella capacità di dar vita ad una società nuova e diversa che prima non esisteva, perchè nata dalla fusione originale della loro tradizione unita a quelle precedenti.
Il sito seriale, in cui trova spazio il complesso monastico di San Salvatore a Brescia, attraverso splendide testimonianze artistiche, racconta una parte di questa storia, di come la nascita di qualcosa di realmente nuovo e unico passi necessariamente dallo scambio e dalla condivisione di realtà profondamente diverse.
Come fai a partecipare?
Su richiesta per gruppi, oppure controlla se la data è fissata in calendario o prenota dagli itinerari.
Nota * dal sito https://en.unesco.org/
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