Sono giorni di un “tempo sospeso”.
Sono i giorni “al tempo del corona virus” dove di Marquez, Manzoni e Boccaccio c’è ancora poco.
Sono giorni di emergenza sanitaria che non discuto, sono una guida turistica non mi occupo di virus, seguo le regole.
Sono giorni in cui tutti noi che lavoriamo in ambito culturale, ci sforziamo di rendere questo “tempo sospeso” un tempo utile: programmiamo, studiamo, sistemiamo i nostri spazi…
Mi piacerebbe che anche per noi, professionisti della cultura, con le dovute precauzioni, tornasse il tempo della normalità:
dei rapporti umani, della vita sociale ma soprattutto del lavoro, perché non esistono solo fabbriche, aziende, negozi, bar e ristoranti.
La cultura genera conoscenza.
E ora più che mai abbiamo bisogno di consapevolezza sulla nostra storia, quella storia che unisce e che è in grado di promuovere solidarietà e comprensione.
La cultura genera comunità. Non toglieteci questa opportunità.
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